Sapevi che, secondo l’Istituto europeo per il trattamento delle dipendenze, (IEuD) l’emergenza Covid-19 ha portato a un incremento dei consumi di benzodiazepine? Infatti, coloro che ne facevano già uso hanno aumentato i dosaggi e coloro che non ne hanno mai usati, hanno cominciato a vivere di nevrosi e ansie. Nonostante tutto, ancora oggi chi soffre di disturbi mentale, la vive spesso come vergogna. Vergogna per se e per i propri cari ma ancora più grave risulta essere, alla manifestazione del disagio, la frase: te lo provochi tu!
La verità è che i disturbi mentali, che comprendono i disturbi psicotici (come la schizofrenia, il disturbo schizofreniforme, il disturbo schizoaffettivo, il disturbo delirante), i disturbi dell’umore (come il disturbo bipolare I e la depressione maggiore), disturbi d’ansia, anoressia e bulimia nervose, disturbi da abuso di sostanze e di alcol, costituiscono un importante problema di sanità pubblica. Si presentano infatti in tutte le classi d’età, sono associati a difficoltà nelle attività quotidiane, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e familiari, e sono all’origine di elevati costi sociali ed economici per le persone colpite e per le loro famiglie.
L’allarme, però, riguarda soprattutto il numero crescente di adolescenti e bambini. Infatti, metà di tutte le malattie mentali inizia all’età di 14 anni e tre quarti comincia entro i 25 anni, quindi, diventa fondamentale che sin da piccoli i ragazzi siano facilitati e sostenuti nella costruzione di abilità di vita .
Inoltre, da vari studi è emerso che Il deficit di vitamina D è comune nei pazienti con de- pressione, schizofrenia e disturbi neurocognitivi.
Diversi fattori di rischio, come quello genetico, ambientale, la stagione di nascita, la latitudine e la migrazione, sono stati associati alla carenza di vitamina D e possono spiegare almeno una parte delle associazioni tra ipovitaminosi D e malattia mentale. Il rapporto di causalità è probabilmente bi-direzionale: la malattia mentale aumenta il rischio di ipovitaminosi D e l’ipovitaminosi D aumenta il rischio di malattia mentale.
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